L’estate sta finendo lo sai che non mi va 🎶

Riprendo un celebre tormentone musicale di tante estati fa per affrontare il tema del rientro al lavoro dopo le ferie.

E’ stato un anno certamente molto singolare che ci ha visto rinchiusi per mesi dentro spazi ridotti o comunque obbligati, quindi è comprensibile che la bella stagione e l’estate abbiano invogliato tutti a stare all’aria aperta e a trovare momenti per il tempo libero. Ma ahimè le vacanze prima o poi finiscono e si rientra ai ritmi abituali di lavoro o di studio o altre attivitĂ .

        Perché tornare al lavoro ci pesa così tanto

“Se fai un lavoro che ti piace non dovrai lavorare un giorno solo nella tua vita”questo diceva il saggio Confucio e forse dovremmo cercare di interrogarci a fondo sul significato che  diamo al nostro lavoro. “Chi è piĂą motivato e percepisce il proprio lavoro come qualcosa di significativo ha meno problemi a riprendere l’attivitĂ  lavorativa che viene vissuta come un modo per esprimere le proprie competenze, la propria creativitĂ  e ottenere gratificazione”, spiega Chiara Ruini professoressa di psicologia clinica  presso l’universitĂ  di Bologna e presidente della societĂ  italiana di psicologia positiva e prosegue affermando  che “Invece quando ci sono problemi e il lavoro non è fonte di gratificazione, il rientro viene vissuto come una forzatura che bisogna subire e la ripresa diventa faticosa piĂą dal punto di vista psicologico che sul piano dello sforzo richiesto.“

Agire sui fattori motivanti

Per non subire la situazione cerchiamo di fare tesoro degli elementi positivi e che ci piacciono del nostro lavoro e allo stesso tempo cerchiamo di non focalizzarci sugli aspetti negativi.
In fondo cosa ci piace così tanto della vacanza e del tempo libero? Probabilmente la possibilità di dedicarci con più cura e attenzione a noi stessi e ai propri spazi. Quindi proviamo a fare tesoro della vacanza appena trascorsa provando ad alleggerire in qualche modo la ripresa ritagliandoci spazi di benessere anche all’interno della routine lavorativa.

Parola chiave: gradualitĂ 

Per tornare ai ritmi di sempre e riuscire ad affrontare tutti gli impegni della vita quotidiana sarebbe necessario un tempo di inserimento graduale. Possiamo ad esempio fare un elenco delle prioritĂ  con un ordine di importanza senza pretendere troppo da noi stessi. Non è sempre necessario fare tutto e subito, rischiamo di farlo male e peggio ancora aumentando l’ansia di non riuscirci. Un circolo vizioso da cui si può uscire mantenendo l’attenzione sui nostre reali prioritĂ  e con una buona opera di mediazione fra richieste interne ed esterne.
Ricordiamoci sempre che a condurre il timone della nostra vita siamo solo noi!
articolo a cura di Paola Bianchi psicoterapeuta
responsabile del Centro Psicoterapia Liberamente Ravenna
2020-12-05T21:26:49+01:00